Ciao a tutti!! Sono Valentina: il vostro architetto di fiducia! ...O, almeno, spero di diventarlo presto! :)
Elena mi ha introdotto a
voi e, in attesa di vostre richieste di aiuto, voglio proporvi io qualche
spunto. Vorrei parlarvi di un’architettura nascosta, che magari
molti di voi non conoscono. Comunemente a cosa pensate quando sentite
parlare di architettura? A palazzi, case, chiese… antico, moderno e
contemporaneo… Ma l’architettura non è solo costruita, è anche
letta, parlata, pensata… e ci offre interessanti spunti di
riflessione. Cominciamo dunque... :)
La prima riflessione che
vi voglio proporre, tratta i NON-LUOGHI. Ne avete mai sentito
parlare? Sapete di cosa si tratta? I nonluoghi sono
gli aeroporti, le grandi catene, i fast-food, i parchi di
divertimento … tutti quei “luoghi” che offrono gli stessi
identici servizi in tutte le parti del mondo. Ci avevate mai pensato?
Prendiamo, ad esempio, un fast-food: pensate all'ultima volta che ci
siete entrati, eravate nella vostra città o dall'altra parte del
mondo? Ecco, in quel “nonluogo” avete consumato lo stesso
cibo che avreste potuto trovare a pochi passi da casa, l’arredo era
lo stesso di quello della vostra città e guardandovi intorno non
sarete certamente riusciti a dare un’identità al posto in cui vi
trovavate. Sembra una cosa banale, ma se siete persone a cui piace
viaggiare, fate caso a queste piccole cose, e saranno proprio questi
piccoli accorgimenti a dare un altro sapore al vostro viaggio! Vi consiglio, a questo
proposito, “Disneyland e altri nonluoghi” di Marc Augè: una
lettura breve e divertente, che tratta questo tema, e trovo sia un
ottimo spunto di riflessione... almeno, così è stato per me! Anzi, sperando di
incuriosirvi ancora di più... vi propongo alcuni passaggi interessanti del libro:
- “Il viaggio impossibile
è quello che non faremo mai più, quello che avrebbe potuto farci
scoprire paesaggi nuovi e altri uomini, che avrebbe potuto aprirci lo
spazio degli incontri”.
- “Forse uno dei nostri
compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare,
eventualmente nelle nostre immediate vicinanze, per imparare di nuovo
a vedere”.
Augè, di Disneyland, scrive: “Non si visita Disneyland senza almeno un apparecchio fotografico.
[…] Si va a Disneyland per poter dire di esserci andati e fornirne
la prova. Noi viviamo in un’epoca che mette in
scena la storia, che ne fa uno spettacolo e, in questo senso
derealizza la realtà. […] A Disneyland è lo spettacolo stesso che
viene spettacolarizzato: la scena riproduce quel che era già scena e
finzione”.
Spunti ce ne sono... Ora tocca a voi! Ditemi la vostra! Che ne pensate?? Aspetto sempre le vostre richieste! :) A presto!
Vale